La pirateria del XXI secolo
Armati di lanciarazzi ed armi automatiche, sfruttando la vulnerabilità delle navi, che in molti casi, per motivi prettamente commerciali sono costrette ad attraversare tratti di mare insidiosi, con l'ausilio di piccole, agili e veloci imbarcazioni i pirati abbordano pescherecci, velieri, navi cargo e petroliere.
I punti più a rischio sono il Canale di Suez, il Canale di Panama e lo Stretto di Malacca, dove i grandi mercantili vengono facilmente superati ed attaccati dai pirati, grazie alla maggiore velocità delle loro piccole imbarcazioni a motore, talvolta dei veri "fuori strada del mare", muniti anche di radar.
La tecnica d'arrembaggio è più o meno la stessa vista in tanti film: accostato il proprio natante al cargo o yacht da assaltare che viene bloccato con ganci e rampini, in un baleno i pirati vi salgono a bordo, e col mitra in mano s'impadroniscono del comando del cargo, imprigionando l'equipaggio, dirottando la nave in qualche porto amico, depredandolo e chiedendo un riscatto per gli ostaggi.
Note per essere alcune delle rotte marittime più pericolose del mondo anche le acque al largo della costa orientale dell'Africa, in particolare della Somalia, nel Corno d'Africa. E' stato calcolato che ogni nave che viaggia dalle 12 alle 25 miglia dalla costa "sarà probabilmente attaccata da pirati". La zona più a rischio sono le coste del Puntland, un territorio autonomo della Somalia che suscita grande interesse per le sue riserve di greggio.
Solo quest'anno i pirati hanno lanciato almeno 50 attacchi tra il Golfo di Aden e l'Oceano Indiano, abbordando navi da carico e navi cisterna con materiale chimico, nonché barche da pesca, yacht e navi che portano aiuti umanitari in Somalia.
E' stata la fine della Guerra Fredda a dare un forte impulso alla pirateria moderna: con una diminuzione dei pattugliamenti delle marine e l'aumento del commercio, si è reso più agevole il loro compito. Tra l'altro sembra che alcune frange dell'attuale pirateria abbiano attivato collegamenti con la criminalità organizzata. Inoltre, i premi assicurativi per le navi da carico che intendono passare attraverso il Golfo di Aden sono aumentate di ben dieci volte nel corso degli ultimi anni e proprio di recente una compagnia di navigazione europea ha pagato un milione di dollari per il rilascio di una nave da carico e del suo equipaggio, una pratica che sembra abbia però incoraggiato la pirateria nel proseguire con le sue scorribande.
Adesso però, i ministri di 27 nazioni europee hanno approvato dei piani per una missione navale nel Corno d'Africa per reprimere duramente il fenomeno della pirateria, che sta danneggiando in gran parte anche il programma alimentare mondiale (Pam) allestito dalle Nazioni Unite per fornire di aiuti umanitari la Somalia.
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