MODI DI DIRE, CITAZIONI

Quanto segue vuole essere una piccola antologia di modi di dire, di citazioni citabili e citate, di frasi o parole vecchie e nuove che ricorrono nell'uso colto o anche familiare, di origine nostrana o straniera, il tutto raccolto all'insegna della curiosità, del divertimento e, soprattutto, dell'utilità ai fini della lettura e della conversazione.


Dobbiamo (sacrificare) un gallo a Esculapio 

Celebre frase rivolta da Socrate, in carcere e vicino a morire, al discepolo Critone, riferita da Platone nel Fedone (118 a). La si cita quale esempio di stoica rassegnazione e impassibilità, sia per ricordare che si deve concedere qualcosa a un’idea, o a un pregiudizio, anche se no li si condivide. Esculapio (Asclepio) era il dio della medicina e il.gallo simboleggiava, col suo canto mattutino, la rinascita a nuova vita dell’infermo risanato

 

Siamo nell’anno 399 a.C. ad Atene. Sul letto di morte Socrate dice rivolto a discepoli e amici presenti: “Dobbiamo un gallo ad Asclepio.” Invitandoli a saldare un debito che avevano contratto nei giorni precedenti. Quindi si copre il volto... e dopo un ultimo sussulto, muore. 


L'offerta di un gallo era il ringraziamento tradizionale di chi guariva da una malattia al dio della medicina, Asclepio. Che intendeva dire Socrate con le sue ultime parole? Che la vita in generale è una malattia da cui si guarisce con la morte. 




Grato m’è il sonno e più l’essere di sasso 


Verso michelangiolesco talvolta citato quando, per il disgusto che suscita il mondo circostante, ci si augurerebbe di essere insensibili come una pietra. Michelangelo lo fa dire alla statua della “Notte”, da lui scolpita con altre per ornare la tomba di Giuliano dei Medici in San Lorenzo a Firenze, replicando a un ammiratore poeta che invitava i visitatori a destare la figura dormiente, così viva che avrebbe potuto parlare. “No”, dice Michelangelo “di questi tempi (Firenze era minacciata d’assedio) è meglio non vedere la realtà piena com’è di danno e di vergogna.” 


Dare (o voler dare) fondo all’universo 


Si dice scherzosamente, a proposito di chi, trattando un argomento di scarsa importanza, lo soppesa, lo analizza, lo sviscera con puntiglio e minuziosità degni di miglior causa. 


Spunti raccolti da "Come parlare e scrivere"


Luciano Vecchi 


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