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Le cinquanta persone influenti che hanno cambiato il mondo per sempre.

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Nelle immagini sopra ci sono personaggi famosi non menzionati in questo post. Cosa rende una persona influente? È la quantità di seguito che hanno avuto? L'impatto duraturo che hanno avuto sul mondo? Il numero di persone che hanno letto quello che avevano da dire, anche dopo la morte? O il fatto che si sono fatti strada nei nostri programmi scolastici e probabilmente saranno studiati fino alla fine del mondo?   Pur non essendo storici, diremmo alcune cose su di loro che contano. Ma ecco il problema dell'essere influenti: non è per tutti. Ci vuole un certo tipo di persona per distinguersi in mezzo alla folla ed essere ascoltato, figuriamoci ascoltato. Nessun leader carismatico o genio incredibile ha mai cambiato il mondo rimanendo nella loro stanza e tenendo nascosto tutto quel talento. Diamo un'occhiata ad alcuni degli uomini e delle donne che hanno lasciato il segno nella società - in politica, tecnologia o cultura - e sono diventati nomi familiari. Questo elenco non è in

MODI DI DIRE, CITAZIONI

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Quanto segue vuole essere una piccola antologia di modi di dire, di citazioni citabili e citate, di frasi o parole vecchie e nuove che ricorrono nell'uso colto o anche familiare, di origine nostrana o straniera, il tutto raccolto all'insegna della curiosità, del divertimento e, soprattutto, dell'utilità ai fini della lettura e della conversazione. Dobbiamo (sacrificare) un gallo a Esculapio   Celebre frase  rivolta da Socrate, in carcere e vicino a morire , al discepolo Critone, riferita da Platone  nel Fedone (118 a).  La si cita quale esempio di stoica rassegnazione e impassibilit à, sia per ricordare che si deve concedere qualcosa  a un’idea, o a un pregiudizio, anche se  no  li si condivide. E sculapio (Asclepio) era il dio della medicina e  il.gallo  simboleggiava , col suo canto mattutino, la  rinascita  a nuova vita dell’infermo risanato .    Siamo nell’anno 399 a.C. ad Atene. Sul letto di morte Socrate dice rivolto a discepoli e amici presenti: “Dobbiamo un gallo ad