L'importanza del ritmo biologico nella vita di tutti i giorni
“Chi voglia correttamente condurre indagini mediche deve soprattutto indagare sulle stagioni dell'anno, gli influssi che ognuna di esse può esercitare e inoltre i venti caldi e freddi, specie quelli comuni a tutti i luoghi poi anche quelli che sono tipici di ciascuna regione. Deve ancora indagare le proprietà delle acque, se ne sono usate molli e di stagnanti o piuttosto dure e scaturenti da luoghi elevati o petrosi, o crude e ricche di sali… perché così come esse differiscono nel gusto e nel peso, altrettanto ne sono ben diverse le proprietà, sicché quando un medico giunge in una città che gli è ignota, deve riflettere sulla sua posizione, sull'orientamento sia rispetto ai venti, sia rispetto al sorgere del sole...”
Inizia così il trattato "Le arie, le acque, i luoghi" di Ippocrate, considerato il padre della medicina, scritto sembra, tra il 410 e il 430 a.C., una delle opere più celebri della medicina antica.
La tesi che Ippocrate sosteneva era che il medico nell'ambito del suo esercizio dovesse attentamente considerare l'ambiente una fonte di variabili da valutare sempre. Ogni ambiente infatti ha caratteristiche proprie, che interagiscono con gli individui che lo abitano, influenzandone lo stato di salute.
Certo, duemilacinquecento anni fa il mondo era diverso da quello attuale. Non c'era l'energia elettrica, mancavano le onde radio, le bombolette spray, la plastica negli oceani, la geoingegneria climatica, gli esperimenti nucleari... Sono tutti elementi che fanno parte ormai del nostro ambiente ma sono fattori artificiali che ne hanno modificato le caratteristiche.
Per quanto riguarda invece i fattori culturali, all'epoca di Ippocrate gli uomini di scienza non sapevano ancora molto sull'ambiente, la materia, l'energia. Non sapevano che esistono le onde, i corpuscoli, gli atomi e le radiazioni elettromagnetiche... Oggi le conosciamo e dobbiamo tenerne conto.
Oggi più di ieri sappiamo che ciascuno di noi è controllato dal cosiddetto "orologio del corpo". Gli orologi del corpo (che regolano i ritmi circadiani) sono all'interno di quasi tutte le cellule del corpo e controllano quando ci si sente svegli e stanchi durante un periodo di 24 ore. C'è una giovane scienza, chiamata Cronobiologia, che si riferisce al ciclo giorno-notte che colpisce l'organismo dell'uomo quando ruota la terra, e ne studia i bioritmi e i comportamenti umani in funzione delle sue variazioni energetiche.
I bioritmi sono regolati dal susseguirsi e combinarsi di cicli che consistono in una fase di scarico (liberazione di energia) e una fase di carico (rigenerazione dell'energia), i quali si basano su onde sinusoidali (come nell'immagine sopra), ognuna iniziante il giorno della propria nascita, nel punto "0". Fanno cioè la funzione di un orologio nell'interno dell'uomo e si fonda sullo studio dei ritmi periodici della vita: i tre aspetti fondamentali del nostro essere, ovvero quello fisico, emotivo e intellettivo. Questi tre cicli nel loro flusso vanno ricercando un equilibrio che viene raggiunto quando si sincronizzano al meglio tra di loro, garantendo perciò all'uomo una forma di salute efficiente e successo nella vita.
Nella vita moderna gli umani spesso interferiscono con i propri orologi del corpo, deliberatamente e direttamente o indirettamente e per caso. Da un lato, una persona può bere il caffè per rimanere sveglio la notte, ma può anche sperimentare un disturbo del sonno a causa di qualche altra situazione, che può o meno essere il risultato di un'azione risoluta. Esempi di disturbi del sonno che sono il sottoprodotto di altre attività includono il jet lag e il malfunzionamento dell'orologio corporeo che spesso deriva dall'uso di droghe.
Le cause di interferenza con l'orologio biologico di una persona possono essere al di fuori del controllo di quella persona. Lavorare di notte, ad esempio, è una condizione che non si adatta quasi mai ad un essere umano per quanto una persona possa insistere sul fatto che sia una "persona notturna". Un altro esempio di interferenza con l'orologio biologico sarebbe la narcolessia (una condizione caratterizzata da brevi attacchi di sonno profondo) o qualche altra condizione che è o congenita (qualcosa con cui una persona è nata) o sintomatica (un sintomo di qualche altra condizione piuttosto che una condizione in sé e per sé).
Insomma, il concetto dietro i bioritmi è che la vita di una persona è influenzata da cicli biologici ritmici, vale a dire le proprie abilità intellettuali, fisiche ed emotive, e variano in base a una serie di fattori come l'umore e la percezione per il proprio ciclo emotivo o analisi logica e attenzione per il proprio ciclo intellettuale. Questi cicli iniziano alla nascita e oscillano in una costante onda sinusoidale, consentendo loro di essere calcolati matematicamente e possono aiutare a mostrare il livello di abilità di una persona di giorno in giorno in un modo facile da capire.
Recentemente, uno studio pubblicato su 'Sleep' da Elise Facer-Childs e colleghi del Centre for Human Brain Health dell'università di Birmingham, nel Regno Unito, dimostra infatti che il cervello delle tipologie Early (chi si alza presto, vale a dire allodole) e Late (chi si alza tardi, cioè gufi) differisce, in quanto la funzione cerebrale di alzate tarde e "allodole mattutine" durante le ore della giornata lavorativa è diversa.
Gli scienziati hanno preso 38 persone di tipologia Late (gufo) o Early (allodola mattutina: persone che sono andate a letto poco prima delle 23:00 e si sono svegliate alle 06:30) e hanno studiato la loro funzione cerebrale a riposo utilizzando le scansioni con risonanza magnetica (MRI).
I volontari hanno poi svolto una serie di compiti in vari momenti, dalle 08:00 alle 20:00, e sono stati invitati a riferire sui loro livelli di sonnolenza.
Quelli di tipologia Early erano meno assonnati e avevano il loro tempo di reazione più veloce nei test mattutini. Al contrario, i nottambuli (Late) erano meno assonnati e avevano il loro tempo di reazione più veloce alle 20:00, sebbene in quel momento non facessero molto meglio delle allodole.
Per i ricercatori la connettività cerebrale nelle regioni che prevedeva una migliore performance e una minore sonnolenza era significativamente superiore nel tipo Early (allodola) in tutti i momenti, suggerendo che la connettività nei gufi (Late) era compromessa durante l'intera giornata lavorativa.
La ricercatrice principale, la dott.ssa Elise Facer-Childs ha affermato che i risultati "potrebbero essere in parte dovuti al fatto che i nottambuli tendono a essere compromessi durante tutta la loro vita ". Ha inoltre dichiarato che: "i gufi durante la scuola devono alzarsi prima, poi vanno al lavoro e debbono svegliarsi presto, così si trovano costantemente a dover combattere contro le loro preferenze e i loro ritmi innati."
Il genio è mattiniero, titola un articolo su il Messaggero del 27 febbraio. Infatti, i mattinieri, coloro che crollano appena dopo cena e si svegliano alle prime luci dell'alba, fanno meglio a scuola o al lavoro. Rispetto agli "animali notturni", quelli che la mattina faticano a svegliarsi e la sera vanno a letto tardi, le "allodole", le messaggere dell'alba, vantano performance mentali migliori.
Ma questo non deve allarmare, piuttosto é preferibile adeguarsi al proprio orologio biologico e seguirne l'andamento per trovare l'armonia giusta, senza aspettare di incorrere in una serie interminabile di inadeguatezze al vivere quotidiano.
* Il Cronotipo è una caratteristica degli esseri umani che indica se sono e desiderano essere maggiormente attivi in un particolare periodo della giornata
Fonte documentazione: L'altra medicina/74 - Bioritmi ambiente e salute: edizioni di red - www.business-standard.com - www.encyclopedia.com
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