Gli ulivi del Getsemani esistono ancora
Secondo i primi risultati di tre anni di ricerca sulle piante di olivo del giardino del Getsemani, dove Gesù, secondo i Vangeli, trascorse le ultime ore prima del suo arresto e la crocifissione, il tronco e i rami degli ulivi del Getsemani hanno 900 anni, ma il loro DNA suggerisce che essi sono nati da un albero molto più antico.
Per la prima volta, un team composto da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), e varie università italiane ha esaminato i campioni del tronco di tre degli otto ulivi sulla montagna, dove ebbe inizio la Passione di Cristo e analizzato la sua impronta genetica (fingerprinting).
I risultati della ricerca hanno indicato la datazione del fusto di tre degli otto ulivi (gli unici su cui era tecnicamente possibile realizzare lo studio) come risalenti risalgono alla metà del 12 ° secolo (periodo, durante il quale i Crociati erano impegnati nella ricostruzione delle grandi chiese della Terra Santa e di Gerusalemme in particolare). Appare dunque verosimile che, in occasione della costruzione della basilica del Getsemani sia stato anche risistemato il giardino, realizzando un intervento di recupero degli ulivi presenti a quel tempo. Perciò, alle piante viene riconosciuta un'età di circa novecento anni. Occorre però fare una precisazione: la datazione indicata è da intendersi riferita solamente alla parte epigea delle piante, ovvero quella costituita dalla parte emersa della pianta, cioè dal tronco e dalla chioma. Infatti la stessa ricerca ha dimostrato che la parte ipogea, ovvero quella costituita dalle radici, è di certo più antico.
Secondo gli esperti, provengono tutti da un albero adulto, il che significa che parte di rami di uno esemplari sono stati piantati nel Getsemani con la stessa tecnica adottata da giardinieri palestinesi. I Vangeli riferiscono di ulivi adulti quando Gesù era lì e la loro presenza è stata testimoniata dai pellegrini nei secoli successivi.
I risultati della ricerca scientifica può essere controllato attraverso la storia. Tra il 1150 e il 1170, la Basilica del Getsemani fu ricostruita e probabilmente il giardino è stato ristrutturato recuperando gli alberi. I ricercatori ritengono che uno di loro avrebbe potuto essere il donatore di alberi di olivo di oggi anche se ulteriori ricerche saranno necessarie per dimostrare questo.
In una conferenza stampa a Roma, presentando i risultati della ricerca, Fra Pierbattista Pizzaballa ha osservato che «per ogni cristiano, gli ulivi del Giardino del Getsemani costituiscono un riferimento “vivente” alla Passione di Cristo; della testimonianza all'obbedienza assoluta al Padre, anche nel sacrificare la Sua persona per la salvezza dell'uomo, di tutti gli uomini; e sono anche indicazione e memoria della disponibilità che l'uomo deve avere nel “fare la volontà di Dio”, unico modo per distinguersi credente. In questo luogo, Cristo pregò il Padre e si affidò a Lui per superare l'angoscia della morte, l'’Agonia’, la Passione e la terribile esecuzione di croce, confidando nella vittoria finale, la Risurrezione e la Redenzione degli uomini.
Immagine: bibleplaces.com
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