Energia dall'idrogeno sempre più vicina
La voracità di energia su cui si basa tutta la nostra economia fa consumare molti miliardi di barili annui di petrolio nel mondo, che sommati al consumo di carbone e di gas naturale contribuiscono ad una immissione in atmosfera di milioni di tonnellate di anidride carbonica al giorno.
Per cui, onde "ripristinare il clima" il mondo abbisogna di nuove fonti energetiche pulite.
In attesa, quindi della fusione nucleare, la fonte energetica che risolverebbe gran parte del problema, l'energia prossima ventura in grado di adempiere al gravoso compito di guarire i mali del pianeta resta l'idrogeno, i cui progressi, attualmente, stanno facendo passi rilevanti.
Come si sa in natura non esistono giacimenti d'idrogeno e ci vuole tanta energia elettrica per rompere i suoi legami con altri atomi. Bisogna perciò produrlo e per ottenerlo bisogna usare altre energie. Ma non si possono usare le energie fossili, altrimenti inquinerebbero, e se si usa l'energia pulita se ne ottiene poca quantità.
L'idrogeno insomma, non essendo disponibile allo stato libero come il petrolio e il gas, va fabbricato, trasportato, immagazzinato ed infine utilizzato.
Nel mentre, grazie a un rivoluzionario utilizzo della tecnologia dell'idrogeno messo a punto in Inghilterra, nei laboratori della Rutherford Appleton, vicino ad Oxford, il combustibile del futuro, potrebbe costare sei volte di meno rispetto al prezzo attuale della benzina.
Questa tecnologia permetterebbe di utilizzare l'idrogeno come un'alternativa pulita ai combustibili tradizionali a base di idrocarburi nei motori di aereo e auto. Una scoperta che potrebbe risolvere il problema dell'inquinamento, oltre a quello del caro benzina. Tutto consiste nella capacità di stoccare l'idrogeno a temperatura ambiente.
Si sa, infatti, che l'idrogeno si può conservare solo a bassissime temperature oppure ad una pressione molto alta (e tutto ciò comporta costi e rischi). Ebbene, i ricercatori inglesi, grazie alle nanotecnologie, sono riusciti a incapsulare l'idrogeno in un tessuto di polimero poroso.
La nuova "benzina" liquida all'idrogeno, formata da microcelle di borano di ammoniaca circondate da polimeri, ha due vantaggi notevoli: costi ridottissimi e salvaguardia dell'ambiente visto che non c'è alcuna emissione, se non vapore acqueo.
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