L'asteroide che uccise i dinosauri ha creato la foresta pluviale amazzonica


Polline e foglie fossilizzati rivelano che il meteorite che ha cauato l'estinzione dei dinosauri non aerei ha anche rimodellato le comunità vegetali del Sud America per produrre la più grande foresta pluviale del pianeta.

Gli appassionati di dinosauri e fossili hanno una profonda familiarità con l'attaccoa di meteoriti che portarono all'estinzione del Tyrannosaurus e di tutti i dinosauri non aerei circa 66 milioni di anni fa. Ma spesso non si parla dell'impatto che ebbe sull'intero ecosistema. Lo rivela un nuovo studio mostrando come quelle vittime, a loro volta abbiano portato a un altro risultato evolutivo particolarmente profondo: l'emergere della foresta pluviale del Sud America, l'ambiente più spettacolare e diversificato del pianeta. Ma oggi, la generosità delle specie e degli habitat tropicali si trova a dover affrontare una minaccia esistenziale a causa della distruzione senza precedenti causata dalle attività umane, inclusa il disboscamento dei terreni per l'agricoltura. 

Il nuovo studio, pubblicato su Science ha analizzato decine di migliaia di fossili di piante e rappresenta "un progresso fondamentale nella conoscenza". In esso si dimostra che l'estinzione dei dinosauri è stata anche un enorme evento di ripristino per gli ecosistemi neotropicali, mettendo la loro evoluzione su un percorso completamente nuovo che porta direttamente alle foreste pluviali straordinarie, diverse, spettacolari e oggi gravemente minacciate nella regione.

Queste intuizioni, afferma Peter Wilf, geo-scienziato della Pennsylania State University - e che non ha fatto parte della ricerca - "forniscono un nuovo impulso per la conservazione del patrimonio evolutivo vivente nei tropici che sostiene la vita umana, insieme a milioni di specie viventi". 

Carlos Jaramillo, paleobiologo dello Smithsonian Tropical Research Institute con sede a Panama e co-autore principale dello studio, concorda sul fatto che gli effetti evolutivi ed ecologici del meteorite hanno implicazioni per la rapida distruzione odierna causata dall'uomo della foresta pluviale amazzonica e di altri habitat chiave in tutto il pianeta. "Possiamo metterlo in relazione con i nostri giorni", dice, "perché stiamo anche trasformando i paesaggio e questo dura per sempre, o almeno per un tempo molto lungo".

Le foreste pluviali dei nostri giorni sono parte integrante della vita sulla Terra. L'Amazzonia, in particolare, svolge un ruolo cruciale nella regolazione del ciclo e del clima dell'acqua dolce del pianeta. Eppure i paleontologici dell'Europa occidentale e del Nord America hanno prestato poca attenzione alle foreste tropicali, concentrandosi invece sulle latitudini temperate.  Molti cacciatori di fossili accademici e dilettanti hanno anche avuto la tendenza a cancellare i luoghi caldi e umidi come una causa persa per i ritrovamenti, perchè presumevano che le condizioni li avrebbero impedito la conservazione dei materiali organici abbastanza a lungo da fossilizzarsi.


Gli scienziati sapevano già che gli effetti della collisione del meteorite e le sue conseguenze, almeno nelle zone temperate, variavano in base alle condizioni locali e alla distanza del cratere da impatto Chicxulub (nell'immagine) nella penisola messicana dello Yucatan. Le foreste della Nuova Zelanda, ad esempio, sono sopravissute relativamente indenni. Ma i ricercatori non avevano idea di come l'evento abbia cambiato le foreste pluviali tropicali dell'Africa o, fino ad ora, quelle del sud America.

Insienme alla maggior parte degli autori dello studio Jamarillo viene dalla Colombia e voeva specificamente indagare sulle origini delle foreste tropicali del suo paese di origine. Il nuovo studio, che ha concepito come studente universitario, rappresenta quasi 12 anni d'impegno. "Ci è voluto molto tempo", dice, "perché dovevamo iniziare da zero".


Fonte e immagine: www.scientificamerican.com

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