Notte di Settembre che gli hai fatto al mio cuore...


Un giorno di alcuni anni fa, camminando nei pressi della scuola dove avevo studiato, trovai scritto su un foglio bianco appiccicato alla meno peggio su di un muro, queste poche righe. Le trascrissi così com'erano, perché nel leggerle mi sentii profondamente turbato.

Notte di Settembre che gli hai fatto al mio cuore
alle mie gambe di 20 anni, così sicure dove andare.
Otto di settembre che mi hai spento la luce
ci hai frugato nei sogni, ci hai spezzato la croce
dieci soldati armati ci fanno fermare
ci indicano coi fucili il passo da fare.

Tre Italie nella bufera. Sovrani senza terra e senza potere; capi di governo senza ministri, dittatori che prendono ordini dai generali che li sostengono. E' questo il confuso quadro politico del Paese nel quarto anno di guerra che porterà alla rabbia tedesca che se la prende con i civili...

Otto settembre. Sono quasi le otto di sera. Si fa buio. I lampioni diffondono una pallida luce azzurra. Il re e la regina hanno appena lasciato Villa Savoia. Si teme un colpo di mano. Radio Londra ha trasmesso un breve annuncio: l'Italia ha firmato
l'armistizio. Per le strade qualche soldato butta all'aria la bustina gridando: «E' finita! E' finita!»; delle donne piangono.

Badoglio è andato negli studi dell'Eiar e ha inciso un disco. Il suo proclama avverte: "Ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane, in ogni luogo. Esse però reagiranno a eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza".

Un'automobile varca il portone del ministero della Guerra, in via XX Settembre. Ne scendono Vittorio Emanuele III, che indossa la divisa grigioverde, ed Elena, che porta un abito molto lungo e ha in testa un curioso cappellino tondo. Il re le dà il braccio; salgono le scale, attraversano stanze e saloni. Si rifugiano nell'appartamento destinato al ministro. Vittorio Emanuele critica i mobili che non sono di suo gusto. Siedono in un salotto, vicini. Elena passa un braccio attorno al collo di questo piccolo uomo stanco, dagli occhi freddi. E' l'ultima notte che trascorrono a Roma. Domattina, 9 settembre 1943, si metteranno in viaggio per Pescara.

E da li a Brindisi...

1943-1993 ENZO BIAGI

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