Il Grande Paese e la potentissima WULK


Racconto a puntate domenicali

Il Grande Paese vendeva armamenti in tutto il mondo. Il suo Presidente, uomo scaltro e deciso, agiva da venditore per l'industria delle armi, in particolare per conto della potentissima WULK, il primo appaltatore della difesa. Il ruolo personale del Presidente stava a sottolineare la sua determinazione nel rendere il proprio Paese, già dominante nel commercio globale degli armamenti, un ricchissimo mercante, ancora più grande, nonostante le ragionevoli preoccupazioni dei difensori dei diritti umani e del controllo degli armamenti.

Difatti, il Grande Paese divenne il  primo esportatore, rappresentando la fetta maggiore di tutte le vendite di armi e mettendo in moto un fiorente commercio globale che gli fruttò una fortuna incalcolabile. Riuscì a vendere armi sofisticatissime persino a paesi stranieri che gli erano invisi, tant'è che uno di questi, situato in uno dei punti più caldi del mondo, e che un tempo era considerato uno stato canaglia, adesso era tra i maggiori clienti.

Ai compratori non sembrava vero poter acquistare con facilità armi di tal portata distruttiva, e non ci pensarono molto nell'ordinarne a vagoni.  Naturalmente, " più armi vengono fornite, più rischiano di essere usate ", ma questo non contava molto per  l'industria, che andava a gonfie vele. Il capo era con loro e potevano fare ciò che volevano.  Così nel volgere di pochi mesi furono venduti ai reali di diversi Paesi che vivevano da nababbi prodotti che includevano munizioni, pistole, missili, elicotteri, veicoli militari, aerei, navi, portaerei, sottomarini, sistemi elettronici, dispositivi per la visione notturna, mirini olografici, telemetri laser, mirini laser, bombe a mano, mine antiuomo e altro... che andarono a riempire fino all'orlo i loro arsenali...

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Immagine: permaculturenews.org

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