C'era una volta l'orso bianco...

Dell'icona più riconosciuta dei ghiacci, cioè di quei preziosi esemplari di biodiversità ambientale che sono gli orsi bianchi, una specie minacciata dall'estinzione, ne sono rimasti poco più di 25 mila in tutto il mondo. 

Alaska, Canada, Groenlandia e un arcipelago norvegese sono i territori in cui si muovono.

Adesso in quei luoghi, a 1000 chilometri da Capo Nord, sta per arrivare un esploratore italiano, Luca Bracagli, esperto di queste latitudini.

E' proprio la calotta polare artica il luogo che si può definire come la patria degli orsi polari per eccellenza.

Per cercare di capire cosa stanno facendo gli orsi, Luca Bracagli ha intrapreso una spedizione a forte rischio alle Svalbard, nel Mar Glaciale Artico, a metà strada tra la Norvegia e il Polo Nord. La spedizione prevede ore e ore di appostamenti fino a 50 gradi sottozero. Più della metà della superficie è coperta da ghiacciai e nevi perenni, e la fauna della regione artica si aggira libera in un luogo dove il buio della lunga notte invernale avvolge l'arcipelago norvegese.

C'è comunque il problema dell'inquinamento. 


Gli scienziati hanno scoperto che la presenza di sostanze tossiche al Polo Nord renderebbero gli orsi ermafroditi: dotati contemporaneamente di organi riproduttivi maschili e femminili. Il fenomeno colpisce l`1 per cento degli orsi polari che dimorano nelle isole norvegesi Svalbard. Gli esperti sostengono che la causa è da imputare alla presenza nell`Artico di scarti chimici industriali, i policlorobifenili (pcb), che riescono a mutare il sistema ormonale degli orsi. E non è tutto: secondo un`altra recente ricerca, la migrazione naturale di queste sostanze chimiche avviene molto velocemente.

Questa pericolosa situazione ha convinto 90 nazioni a mettere al bando le12 sostanze chimiche più pericolose, tra cui i pcb e i ddt.



Immagine: www.guardian.co.uk/

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