Golfo di Aden: sventati attacchi dei pirati
Nonostante le sconfitte degli ultimi tempi, i pirati continuano a sfidare le marine del mondo schierate nel Golfo di Aden. E questo accade anche perchè molti paesi limitrofi hanno espresso una certa riluttanza ad accettare una forte azione legale contro la pirateria.
Attualmente, i pirati tengono sotto sequestro ben 30 navi, alcune da mesi. Il ricavato di questi riscatti si pensa valga 10 miliardi di euro all'anno. Basti pensare che una superpetroliera della Samho Shipping, è stata rilasciata dopo sette mesi, in cambio di un riscatto di 9 milioni di dollari.
L'altro giorno, nel Mar Arabico, truppe speciali sono partite prima dell'alba, a bordo di un gommone calato giu da un cacciatorpediniere della marina sud coreana e sono saliti a bordo della nave cisterna Samho Jewelry, da 11.500 tonnellate, assalita dai pirati somali. Nel breve giro di pochi minuti, il commando ha compiuto l'abbordaggio, ha arrestato 5 sequestratori (altri 8 sono morti nel conflitto a fuoco) e recuperato l'equipaggio (otto sudcoreani, due indonesiani e 11 dal Myanmar). Nello scontro è rimasto ferito il capitano della nave cisterna.
Ieri, un commando della Royal Navy malese, ha sventato un tentativo di dirottamento di una nave malese diretta verso Singapore, con un carico stimato in 10 milioni di dollari. Anche in questo caso, dopo che la nave cisterna aveva lanciato un segnale d’emergenza dopo l'abbordaggio da parte di pirati armati di fucili d’assalto AK-47, sono entrati in azione i reparti speciali, traendo in salvo 23 membri dell'equipaggio e catturato sette pirati somali dopo uno scontro armato.
La nave cisterna presa d'assalto giovedì dai pirati a circa 300 miglia nautiche (555 km) a est di Oman, si chiama, curiosamente per noi italiani, Bunga MT Laurel, e trasportava lubrificanti e dicloruro di etilene per un valore di circa 9,8 milioni di dollari.
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