Attenti al nostro vestire quotidiano...



Le creatrici di moda e sorelle Jenny White e Verity White hanno prodotto questo video su Stylewillsaveus.com, per diffondere la consapevolezza circa i materiali tossici che vengono usati nel creare gli abiti del nostro quotidiano (mutande, canottiere, pigiami...) ed altri vestiti. Con questo video, le due sorelle, sperano di cambiare le abitudini di tutti quanti noi.

Jenny e Verity White, hanno realizzato questo video su youtube, motivate principalmente da due dati: il grande spreco di petrolio e acqua e il fatto che l'industria tessile sia una delle più grandi industrie inquinanti.

Difatti la maggior parte di tutti i tessuti tessili (abbigliamento, biancheria, asciugamani, tovaglioli...) sono realizzati con sostanze tossiche, che usiamo abitualmente.

Il cotone è la fibra naturale più ampiamente usata. In effetti, si usa tanto cotone da poter rifornire tutti gli abitanti del pianeta con 18 paia di pantaloni! Da tutto questo cotone provengono molti antiparassitari che nuociono all'ambiente e ai nostri corpi. Questi prodotti chimici sono così nocivi che sono responsabili dell'ospedalizzazione di circa un milione di coltivatori ogni anno.

Molti abiti sono realizzati con il poliestere, che proviene dal petrolio. Come si sa il poliestere non è biodegradabile e rimane nell'ambiente. Il PVC è un altro materiale ampiamente usato per fare i nostri vestiti. Purtroppo per noi, il PVC passa attraverso la nostra pelle, trasferendo le tossine dannose che sono collegate al cancro. Anche il cuoio non è un opzione sicura. La maggior parte del cuoio si tinge o si concia con l'Hexavalent Chromium 3 or 6, che è un composto chimico che contiene l'elemento di cromo in stato di ossidazione, un metallo pesante cancerogeno, non un qualcosa da mettere ai nostri piedi.

Fortunatamente, informano le sorelle White, la richiesta di "abiti puliti" sta aumentando, e c'è un'ampia varietà di opzioni. Ad esempio, il cotone biologico contiene meno acqua rispetto a quelle tecniche convenzionali di coltivazione del cotone e utilizza pesticidi naturali.

L’industria tessile consuma mediamente 108 milioni di metri cubi all'anno di acqua, il comparto conciario 35, l‘industria della carta 1700. In tutti i casi il 90% dell’acqua usata si ritrova come effluente finale, contaminata da residui di materie prime e reagenti. Nei tre settori industriali (tessile, cartario e conciario) l'impatto ambientale è caratterizzato principalmente dall’elevato consumo d’acqua, e le tecnologie applicate per il riuso delle acque e l ’idoneo trattamento degli scarichi finali sono simili.

Lo scorso 22 gennaio all'inaugurazione dell'Anno Internazionale delle Fibre Naturali a Roma, la Fao ha parlato di queste cose. Per evitare che il consumo di tessuti naturali continui a diminuire, l’organizzazione fa conoscere i vantaggi delle stoffe naturali attraverso mostre, sfilate e concorsi. Dalle più comuni come cotone, lino e lana, alle meno conosciute quali canapa e viscosa; dalle stoffe più pregiate come cachemire e seta, a quelle più esotiche quali la borra di cocco o il pelo di cammello; le fibre naturali includono innumerevoli stoffe diverse.

Perché il consumo di fibre sintetiche continua ad aumentare a costo di quelle naturali? “Costano meno”, argomentano alcuni, ma durante quest’anno un comitato internazionale spiegherà i vantaggi sanitari, pratici ed economici delle fibre naturali.

Che le fibre sintetiche non lascino “respirare la pelle” non è un mito: non permettono né la circolazione d’aria né l’evaporazione del sudore. Si forma quindi una cappa calda e umida all’interno dei capi, indesiderabile dal punto di vista igienico anche perché ideale per la riproduzione di batteri.

A riguardo potetet leggere questo articolo su terranauta.it










Commenti

Posta un commento

Sono ben accetti commenti seri, mentre verranno cancellati i commenti offensivi e boccacceschi.

Post popolari in questo blog

Il fascino dei tatuaggi maori

Brrrrr, che creatura orribile!

Il tattuagio che non vuoi più