L' amuleto della libertà
Ancora strombazzando il SUV imboccò il viottolo con andatura più lenta, fermandosi proprio dinnanzi il professor Truman, uscito in quel momento nello spiazzo selciato che fronteggia il castello, il quale rimase praticamente di sasso, allorché dall’abitacolo vide uscirne un omone dalle dimensioni e fattezze impressionanti. Costui indossava una giacca in velluto di colore verde sopra una camicia bianca aperta sul collo, facendo sfoggio di un raffinato panama bianco portato sulla testa disinvoltamente. Sconcertato oltremodo, Truman fece caso che non appena l’omone era sceso dal SUV, il veicolo si era sollevato da terra perlomeno di venti centimetri. Con un’espressione di stupore permanente sul viso, stette lì per lì per accennare qualcosa, quando dalla portiera posteriore del taxi vide sbucare l’amico Donald, il quale con l’aria più disincantata del mondo gli si rivolse, dicendo: «Ehi, Frank, non dirmi che mi davate per disperso?!». «Ehilà, professore, bentornato!» intonarono gli studen