Appunti di Cromoterapia: il rosso

 



Il colore non influenza solo lo stato emotivo ma è unito da un “ragionamento senza tempo” alla nostra energia vitale più profonda, dove materia e psiche sono strettamente legate.

Le immagini del passato che affiorano nella mente sono quasi sempre avvolte da spire di fumo; si, i nostri ricordi appartengono al colore dell’anima, perdono via via lucentezza, così come accade a certi dipinti che hanno lasciato, allo scorrere del tempo, la luce che li impregnava.

«Una domanda sull'essere – sostiene Alain Bauer, criminologo francese – dovrebbe riflettere sui motivi che portano allo scolorirsi dei ricordi».

La memoria lavora intorno a paesaggi sfuocati: si struttura un solco tra la vita psichica colorata del presente e quella depigmentata del passato. Eppure il solco non è netto: quando ci abbandoniamo alla meditazione e alla fantasia, quando lo spazio etereo del reale non ci ancora più alle briglie del tempo, quando un ricordo piacevole si mischia alla luce dei fantasmi dello spazio intimo, ebbene i colori tornano a condurre la danza dell'immaginario.  

Si potrebbe riscrivere la psicopatologia dalla parte dei colori, ed ecco le immagini nere, sfumate, senza luce della depressione. Oppure la luce disordinata dello spazio intimo schizofrenico. O la lucentezza che impregna ogni istante dei nostri momenti felici. I ricordi sfumano e perdono luce in quanto appartengono a spazi denutriti di energia vitale. 

Non ci si deve per questo meravigliare più di tanto se tutti gli studiosi più autorevoli di cromoterapia sono arrivati alla conclusione che il colori influenzano tanto i nostri stati emotivi, quanto l’andamento del nostro stato psichico e quindi di salute e di malattia. 

Ad ogni colore corrisponde uno stato emotivo. Dai colori che indossiamo possiamo comprendere le tendenze del nostro inconscio. 

ROSSO: è il colore dell’energia vitale e del sangue. Le passioni sono di sua pertinenza . I malati di ipertensione lo utilizzano in eccesso… La stasi, la passività, le emozioni sfumate risvegliano nell'iperteso la paura dell’abbandono, il timore del buio e della morte. Ecco perché, segno prognosticamente favorevole, in una psicoterapia dell’ipertensione, sarà il viraggio del “dominio del rosso” a sfumature più tenui, a tinte più dolci che lasciano intuire una nuova accettazione  di parti fragili, di quella calma e passività in precedenza negate.  Al contrario, quando l’ipertensione è la modalità con cui un individuo cerca di “chiamare a raccolta” le scarse risorse energetiche che pensa di avere a disposizione, perché permeato di sensi di disistima o di autosvalutazione, l’accostarsi “al rosso” nel quotidiano, sarà sinonimo di una maggior fiducia in se stesso, del riappropriarsi delle proprie capacità di lottare. Un buon rapporto con questo colore  sarà  espressione di una personalità vitale, energicamente ricca, che non teme di incontrare il “fuoco” in tutte le sue sfumature emotive: passione, sessualità, capacità di agire e di aggredire. La situazione opposta, cioè un rifiuto netto di questa tonalità, farà pensare a un bisogno estremo di protezione, a una scarsa capacità di “mordere la vita” o a un timore eccessivo di venire travolto dagli istinti.

#appuntidicromoterapia




Tratto da RIZA psicosomatica

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