Dietro un cespuglio il Re consumò l'adulterio.

Dietro un cespuglio il Re consumò l'adulterio.

Vittorio Emanuele II non sapeva resistere al richiamo del sesso. ebbe amanti di ogni ceto sociale e disseminò il regno di figli. Fu chiamato il "il padre della patria" e una battuta maliziosa dei suoi tempi sosteneva che era vero, che la patria l'aveva messa al mondo quasi tutta lui. Sposò Adelaide d'Asburgo a ventidue anni. Matrimonio tra parenti, secondo la tradizione sabauda: Adelaide era una prima cugina. Lei era priva di attrattiva ma affettuosa, pia ed educata a sopportare le difficoltà, le delusioni e le umiliazioni della vita coniugale. Lui si definiva "un omaccio" e intendeva riferirsi non tanto alla sua figura di orso baffuto, quanto alla sua natura scatenata, agli impulsi cui non sapeva resistere alla sfrenatezza della sua passione per le donne.

Gli piacevano tutte. "Deve essergli piaciuta perfino sua moglie, che era l'esatto contrario dei suoi gusti". Il Re le voleva sode, formose, procaci, addirittura (diceva) che mandassero "odore di femmina". Adelaide era gracile, smunta, pregava a lungo prima d'infilarsi nel letto. Eppure il marito le fece fare otto figli, finchè la poverina morì sfiancata dai troppi parti. Certo non era la donna adatta a placare quel sanguigno personaggio. Già durante la vita coniugale non s'era tirato indietro, ogni volta che gliene capitava l'occasione. Amanti e avventure in numero tale da non poterne tenere il conto e la povera moglie che sapeva taceva, pativa, soffriva in silenzio anche perchè era difficile affrontare l'irruente inviduo.

La prima relazione extraconiugale di rilievo fu con l'attrice Laura Bon, conosciuta da poco a una recita a teatro di Casale e subito sedotta da mille promesse e soprattutto dall'ambizione di far sapere d'essere la favorita del sovrano. Questa giovane donna doveva possedere delle virtù erotiche di primo ordine, se Vittorio Emanuele - giunto al punto di cattivo gusto di presentarla alla moglie per poterla ricevere con più comodità in casa senza destare sospetti - accompagnandola dopo il colloquio attraverso il parco, non seppe trattenersi e cominciò un assalto tutto particolare dietro una siepe. Ma li seguiva Adelaide, uscita dopo di loro, e vide la scena. Lui tentò goffamente di ricomporsi , però c'era poco da cercare di mascherare l'imbarazzatissima situazione. La regina vide, finse di nulla e soavemente passò oltre, lasciando il marito confuso, costernato e furibondo. Le regine sanno di mettere in conto anche simili situazioni.

Ma se si entra nel campo dei tradimenti (alle due mogli: prima a quella legale, poi a quella sposata a patto di non diventare mai regina) si finisce col perdersi.

Anche lui fu tradito da una donna. Lei era l'attrice di teatro Emma Ivon. Accadde durante il periodo che capitale d'Italia era stata designata Firenze. Il re viveva a Palazzo Pitti e con lei ebbe una relazione che durò piuttosto a lungo. Finché un giorno, tardo pomeriggio, arrivando nella garconniere dove s'incontrava con lei, reduce da una passeggiata coi suoi cani  la scoprì svestita e scarmigliata. Divenne sospettoso ed ebbe conferma di aver colto nel segno quando i cani cominciarono ad annusare sotto il letto, abbaiando furiosamente. Ne uscì fuori balzando un uomo completamente nudo, ed era proprio l'aiutante di campo del sovrano. Costui cercò in fretta i suoi vestiti, confuso da morire, poi schizzò fuori dall'uscio indossando poco più dei calzoni. Il re sorrise e occorre dire che uscì da quella disavventura con grande eleganza facendo recapitare alla Ivon un biglietto d'addio che conteneva frasi spiritose e galanti, accompagnata da un gioiello.

Vittorio Emanuele II era talmente attratto dalle donne che non faceva distinzione di classe: andava con dame di Corte e prostitute da strada, se gli piacevano. Ebbe vicende di letto con la cognata Elisabetta, moglie del fratello, vedova anche lei, la quale probabilmente gli cedette nella speranza di farsi sposare e di diventare regina. Poi con la moglie del primo aiutante di campo, il conte Morozzo della Rocca, il suo amico più intimo. Poi, sempre per non fare torto agli amici, con la contessa Maria Luisa Rattazzi, moglie del primo ministro preferito tra quanti ne ebbe. Poi desiderò sperimentare le doti femminili della contessa Castiglione, la più bella donna dell'epoca, che Cavour avrebbe mandato a Parigi a sedurre Napoleone III per favorire la causa italiana (perchè i Risorgimenti si fanno a letto, oltre che sui campi di battaglia... ma c'è un altro motto o detto a riguardo, una parola piuttosto volgare che mi rifiuto di scrivere ma che sono certo molti di voi conosceranno!

Liberamente tratto da un vecchio articolo di Silvio Bertoldi sulla rivista Oggi.


Fonte: dal gruppo Alessandro Barbero - Dai suoi appassionati lettori. Facebook

Immagine: it.wikipedia.org

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