L'illustratrice medievale che nessuno si aspettava

pigmento blu oltremare

Questa notizia ha fatto il giro del mondo e in alcuni ambienti di cultura evoluta è stata salutata come una scoperta "senza precedenti" che getta una nuova luce sul ruolo delle donne e dell'arte nell'Europa medievale.

Stiamo parlando, probabilmente, di una monaca rimasta sconosciuta per quasi un millennio, che morì e fu sepolta in una tomba anonima. Nessuna traccia di questa donna  è sopravvissuta, e nessuno storico aveva motivo di chiedersi chi fosse. Ma quando i ricercatori hanno deciso di esaminare i suoi resti dissotterrati in un cimitero medievale vicino a un monastero a Dalheim, a sud di Francoforte, all'inizio non hanno notato nulla di spettacolare sulla vita o sulla morte della donna, se non stimando che potesse avere avuto tra i 45 e i 60 anni nel momento della morte avvenuta tra il 997 e il 1162... senonché in seguito, dopo aver deciso di studiare i resti del suo scheletro, i ricercatori hanno fatto una scoperta molto rara, trovando incastrato tra gli strati di placca dei suoi denti delle particelle blu oltremare, un pigmento estremamente raro e costoso fatto di lapislazzuli che all'epoca era molto apprezzato per il suo vivido colore e veniva macinato e usato come pigmento.

Dopo aver analizzato attentamente lo scheletro della donna con il pigmento blu tra i denti, gli scienziati hanno concluso che durante la sua vita costei aveva fatto pochissimo lavoro fisico, in linea con la maggior parte delle altre femmine nelle comunità monastiche tedesche, molto probabilmente facenti parte di famiglie nobili. Ma si pensa pure che la donna potesse essere un'artista coinvolta nella creazione di manoscritti miniati, magari una illustratrice su sontuosi manoscritti religiosi medievali.



I ricercatori hanno esaminato i vecchi manuali di pittura per formulare una ipotesi su come la donna avesse delle chiazze blu tra i denti:  probabilmente era un artista e uno scriba molto abile che nel suo lavoro periodicamente leccava la punta del pennello per portarla a un punto preciso per un lavoro più dettagliato.

Il pigmento ultramarino, prodotto con lapislazzuli, era riservato per l'illustrazione dei soli manoscritti religiosi più riccamente decorati, insieme con argento e oro.

"È una specie di bomba per il mio campo - è così raro trovare prove materiali di opere artistiche e letterarie femminili nel Medioevo ", si è espresso Alison Beach, professore di storia medievale presso la Ohio State University. "Solo agli scribi o ai pittori di eccezionale talento sarebbero stati affidati lavori del genere. Poiché le cose sono molto meglio documentate per il genere maschile e meno per le donne. " Ora questa scoperta aiuta a correggere questo pregiudizio " ha aggiunto il professore.

Descrivendo la scoperta come "senza precedenti" gli scienziati hanno affermato che fino ad ora  si sapeva poco e niente del perchè delle monache fossero coinvolte nella produzione di manoscritti di alta qualità,  testi religiosi e secolari generosamente illustrati del Medioevo. Ne erano stati firmati pochissimi; era ritenuto un compito da far svolgere ai soli monaci. Ciò conferma altre scoperte che suggeriscono che gli artigiani di sesso femminile non erano così rari come si é sempre sostenuto.

"Mi chiedo quanti altri artisti potremmo trovare nei cimiteri medievali, se solo cercassimo beneha detto Christina Warinner del Max Planck Institute for the Science of Human History.

La scoperta rivela pure che esistevano rotte commerciali molto sofisticate tra la Germania e l'Asia quasi 1.000 anni fa, che si estendevano dalle miniere dell'Afghanistan alle comunità nella Germania medievale, attraversando le metropoli commerciali dell'Egitto islamico e della Costantinopoli bizantina", ha detto lo storico Michael McCormick della Harvard University, coinvolto nel progetto.

Ultramarino, come è conosciuta la forma polverizzata di lapislazzuli, era il pigmento più bello e più costoso dell'Europa medievale, più prezioso persino dell'oro. La pietra proveniva da un'unica fonte: le miniere dell'Afghanistan. Si sa che a causa del costo per portarlo in Europa, l'ultramarino era riservato ai progetti artistici più importanti e ben finanziati e per arrivare nella Germania medioevale doveva viaggiare per migliaia di chilometri attraverso carovane mercantili e navi...

M'immagino che ora questa notizia faccia gola agli addetti lavori dell'editoria e del cinema, nonché della televisione, agli autori di fiction... e chissà forse tra non molto vedremo qualche film o leggeremo qualche romanzo ambientato nel MedioEvo, sul genere de "Il nome della rosa " di Umberto Eco... con più pepe nella storia o nella sceneggiatura... magari con l'aggiunta di qualche bella monaca che lavora su vecchi manoscritti...

BUONA DOMENICA A TUTTI VOI

Immagini: passionarte.wordpress.com - wikipedia - www.italiamedievale.it

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