Mutilazione delle impronte digitali


Per evitare la identificazione, cioè la lettura e la schedatura delle impronte digitali, molti indagati cercano di nascondere la loro identità attraverso la mutilazione delle impronte digitali, deturpando la pelle delle loro dita. 


Sono tanti i modi utilizzati e i "ferri del mestiere" per raggiungere questo risultato: mordersi le dita, utilizzare un contagocce riempito con un acido particolare, premere le dita su un metallo in fiamme, o pagare profumatamente qualche medico per farsi modificare chirurgicamente le punta delle dita...

Tuttavia, sebbene la mutilazione delle impronte digitali è un fenomeno in espansione, grazie ai progressi della tecnologia può essere ostacolato e limitato. Pertanto ciò renderà vano il lavorio doloroso che molti criminali ma anche clandestini praticano sulle proprie dita.

La mutilazione delle impronte digitali non è certo un concetto nuovo. Secondo il National Museum of Crime and Punishment in the District of Columbia
(Museo Nazionale del crimine), nel 1930 il rapinatore di banche John Dillinger (nell'immagine from wikipedia) tentò di eludere l'identificazione bruciando le punta delle dita con dell'acido.

Fonte: edition.cnn.com/
- www.dailyrotten.com
Immagine: science.howstuffworks.com/

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