Contrordine: tranquilli... la fine del mondo prevista per il 22 dicembre 2012 è rinviata di tre millenni...


Facendosi spazio a colpi di machete tra la fitta foresta pluviale per due decenni e mezzo, Arlen e Diane Chase, che dirigono "The University of Central Florida Caracol Archaeological Project", in una collaborazione di lungo termine con l’Istituto di Archeologia del Belize, sono riusciti a mappare quasi 25 kmq dell'antica città  maya di Caracol, in Belize, ricoperta interamente dalla giungla. 

Poi però grazie alla tecnologia spaziale fornita dalla Nasa, hanno rivelato nuove immagini dell'antica metropoli, che è molto più grande di quanto si pensasse. La nuova  tecnica di telerilevamento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un impulso laser, è denominata LIDAR  (Light Detection and Ranging; o Laser Imaging Detection and Ranging), la quale, installata su un aereo bimotore, nel mese di aprile 2009 è riuscita in appena 24 ore a ricostruire tridimensionalmente al computer l’intera città di Caracol, per un’area totale di 177 chilometri quadrati, circa un terzo delle dimensioni di Chicago.

LIDAR è un sistema relativamente nuovo, adoperato da aerei o satelliti, usato in operazioni militari, che ha applicazioni in geologia, sismologia, rilevamento remoto e fisica dell'atmosfera. 


Con il Lidar si è riusciti a creare immagini della superficie della jungla sparando 2.28 miliardi d'impulsi laser dal Cessna, da cui  si sono ottenute 4280 miliardi di misurazioni, tradotte poi in immagini, dapprima in bianco e nero, di tutto ciò era sepolto sotto gli alberi della foresta pluviale. 

I dati raccolti hanno aiutato gli scienziati a costruire una mappa in 3-D della città antica in soli quattro giorni, rivelando strade, edifici e altre caratteristiche sconosciute, visto che i due antropologi Arlen e Diane Chase, avevano scoperto solo una piccola parte delle rovine.

L'indagine LIDAR è stata effettuata dall'America's National Center for Airborne Laser Mapping ed è stato finanziato dalla NASA.
 

Per scoprire l'antico sito Maya, i coniugi Chase si sono avvalsi di  un lavoro congiunto tra la University of Central Florida e l'Istituto di Archeologia Belize. 

La civiltà Maya copriva la maggior parte del sud America centrale e ha costruito  grandi città con annesse piramidi tra cui Tikal, Palenque e Copán. I Maya avevano un sistema di scrittura geroglifica, ed erano esperti in matematica e in astronomia. I loro scienziati praticavano osservazioni dirette e dettagliate del cielo e le loro rilevazioni dei cicli dei vari pianeti erano registrate nei loro codici cartacei e nei geroglifici su pietra.
 

I dati ricavati con il LIDAR aiuteranno gli studiosi a comprendere quanto intensamente i Maya abbiano utilizzato e modificato il loro territorio. Questo, a sua volta, potrà essere d'aiuto per comprendere  perché abbiano abbandonato certe aree.

"Siamo stupefatti", è stato il commento a caldo di Diana Chase. "L’uso del Lidar rivoluzionerà l’archeologia Maya allo stesso modo in cui lo hanno fatto la datazione al carbonio negli anni ’50 e l’interpretazione dei geroglifici Maya negli anni ’80 e ’90".

Il LIDAR rivoluzionerà le nostre idee sui Maya per la sua capacità di rappresentare globalmente un territorio antico. Finora, i ricercatori dovevano limitarsi a campioni parziali senza poter contestualizzare pienamente i dati archeologici. La nuova tecnologia permette ora di vedere l’intero insediamento e il territorio circostante, consentendo di individuare le differenze territoriali tra i Maya e i confini tra le antiche entità politiche.

E’ importante specificare, tuttavia, che la loro decadenza non fu un processo uniforme e si sviluppò su più di 150 anni. I dati del LIDAR consentiranno, quindi, di individuare come hanno influito su questo processo le differenze territoriali.  Inoltre, in alcune zone non vi fu alcuna scomparsa dei Maya.

Da prove archeologiche sul sito di Caracol, si sa che  il paesaggio attorno alla città è stato completamente modificato dall’azione dell’uomo. Gli antichi abitanti dovevano avere una relazione intima con l’ambiente circostante e gestivano molto attentamente i terreni e i flussi di acqua nel territorio. 


Caracol viene definita come città sostenibile in quanto è stata accertata la presenza di terrazzamenti e serbatoi all’interno della città. I primi permettevano agli abitanti di far crescere il cibo di cui avevano bisogno e i numerosi serbatoi consentivano di immagazzinare l’acqua necessaria. 

Oltreciò, i maya praticavano  sacrifici umani in quanto la loro antica religione lo richiedeva.

Infine, visto che si parla tanto della fine del mondo prevista dal calendario Maya per il 22 dicembre 2012, a riguardo i due archeologi americani, hanno rivelato che in realtà la vera data dell’antica profezia è un’altra. 


La profezia sul 2012 è una costruzione della moderna new age. L’attuale ciclo temporale maya finirà attorno all’anno 4.946 del nostro calendario. Il 22 dicembre del 2012 per il calendario maya sarà il 13.0.0.0.1, una data che a quanto sembra segna un giorno, non un anno.

In fondo, il 4.946 si avvicina come data al diluvio universale previsto dal grande Leonardo da Vinci, che dovrebbe iniziare il 21 marzo e terminare il 1° novembre 4006...  anche se tra le due date esiste una differenza di almeno 9 secoli...

Per cui, amici internauti, state tranquilli... la fine del mondo prevista per il 22 dicembre 2012 è rinviata di tre millenni... C'è quindi tanto tempo per fare ancora una montagna di cassanate...
Fonte: news.suite101.com - digitaljournal.com - ilsussidiario.net - kcfreepress.com
 

Immagine: atechdiva.wordpress.com/

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