Il paradiso archeologico nel mar Baltico


Una compagnia petrolifera facente parte del Consorzio North Stream, di cui Gazprom detiene il 51 per cento, impegnata a costruire un gasdotto di 1200 chilometri che dal 2012 trasporterà dalla Russia alla Germania 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno, ha trovato nei fondali del mar Baltico, precisamente in un corridoio marino lungo circa 48 chilometri e largo 1,2 una dozzina di relitti naufragati nel corso dei secoli.


Il più antico relitto dovrebbe risalire al Medio Evo, mentre gli altri si pensa siano affondati tra il 17° e il 19° secolo. Al momento si ha solo l'immagine della parte esterna di questi relitti ma  tre di questi hanno le carene intatte e sono sdraiati a testa in giù ad una profondità di 430 piedi (130 metri).

Secondo gli esperti di archeologia della marina svedese, che ha una lunga tradizione marittima alle spalle, essendo stata una grande potenza navale tra il 1611e il 1721, e in queste acque ha perduto migliaia di vascelli, il Mar Baltico è considerato un paradiso archeologico, poichè le sue acque contengono poco sale e sono sprovviste di quei molluschi che distruggono i relitti di legno.

Secondo Peter Norman del Sweden's National Heritage Board il contenuto dei relitti può dire molte cose sulla vita quotidiana di quei periodi.

Si ritiene che nel Mar Baltico siano affondate migliaia di navi, dalle navi medievali alle navi da guerra degli ultimi due conflitti mondiali.

Nel mese di febbraio, Robert Ballard, lo scienziato marino statunitense che ha scoperto il Titanic, ha detto a CBS News che gli scienziati "riconoscono il potenziale della scoperta del Mar Baltico per le sue caratteristiche uniche nella conservazione di antiche imbarcazioni di legno".

Fonte notizia e immagine: news.discovery.com/

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