Il segreto della longevità

Era l'anno in cui gli inglesi fondavano la Compagnie olandese delle Indie e tra Persia e Turchia scoppiava l'ennesima guerra, vinta dai persiani con l'aiuto degli inglesi. A Roma veniva fondata l'Accademia dei Lincei, e qualche anno prima era stato mandato al rogo Giordano Bruno...

Eppure, per quanto la vita di un mollusco non debba essere poi così interessante, sarebbe curioso sapere quel che avebbe potuto vedere una maxi-vongola artica, del diametro di 8 centimetri e mezzo, in vita sin dal 1602.

A detta degli scienziati, è l'essere vivente più longevo della Terra, ed è stato ritrovato al largo dell'Islanda. Secondo i calcoli effettuati dai ricercatori della Bangor University School of Ocean Sciences
nel Galles, la vongola avrebbe un'età compresa tra i 405 e i 410 anni, calcolata contando gli anelli sul guscio, proprio come si fa con il tronco degli alberi. Secondo gli stessi scienziati, che hanno ribattezzato la vongola Ming, dalla dinastia che regnava a quel tempo in Cina, lo studio di questo mollusco potrebbe gettare luce sul segreto dell'invecchiamento. Quello che rende speciale quest'antica vongola infatti, è il ritmo con cui nascono e muoiono le sue cellule, del tutto diverso rispetto a quello degli animali che vivono meno a lungo.

Ma anche nelle cellule di un microscopico e trasparente verme molto usato come cavia nei laboratori di biologia potrebbe nascondersi la chiave per la comprensione di qualcuno dei grandi interrogativi circa la vita e la morte o, quanto meno, il segreto della longevità.

Così pure alcuni ulivi mediterranei millenari ed un Pinus longaeva che cresce nel Nevada, che ha appena compiuto il suo 4480esimo compleanno, sono stati oggetto d'interesse da parte degli scienziati nella speranza di scoprire il grande segreto. Studiandoli si è scoperto che la maggior o la minor durata della loro esistenza è racchiusa nella capacità del patrimonio genetico di opporsi ad una serie di aggressioni esterne, quali inquinamento, virus, batteri o radiazioni, per un periodo estremamente superiore alle capacità dell'uomo.

Si è trovato inoltre che esiste una correlazione tra la durata della vita e la resistenza all'aggressione di alcune sostanze prodotte proprio dagli organismi stessi e che aggrediscono le proteine e il Dna. Manipolando alcune cavie, così da renderle più resistenti a tali aggressioni sia interne che esterne, si è visto che gli organismi vivono anche il 30% in più. Se fosse possibile applicare lo stesso meccanismo nei mammiferi, già longevi, e nell'uomo, la vita media arriverebbe in poco tempo ad oltrepassare di molto il secolo.

Sarà forse tra questi alberi, vermi o vongole... il segreto della longevità?

Spunti e immagine per il post: www.sciencedaily.com, TG4

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