Queen Maud Gulf: la zona artica pericolosa d'attraversare


Nel 1846, nei mari pericolosi a nord di Nunavut, Canada, due navi a motore a vapore dell'esploratore britannico Sir James Franklin, l'Erebus e il Terror, restarono bloccate nel ghiaccio. Fu l'inizio della fine della missione di Franklin, in cui più di 100 uomini morirono nel freddo, nonostante ci fossero un sacco di navi che cercarono di salvarli. Fu il più grande disastro nella lunga e complicata storia di tentare di trovare il mitico Passaggio a Nord-Ovest. Nel tempo sono state allestite molte spedizioni private con la speranza di risolvere il mistero di Franklin.

Negli ultimi anni, sono stati trovati i relitti di Erebus e Terror - ma non dove le navi restarono bloccate nel ghiaccio. Piuttosto, le navi si sono spostate in acque relativamente poco profonde della regione del Queen Maud Gulf. E rimangono ancora poco chiare come vi siano arrivate.

L'ultimo viaggio delle navi di Franklin resta comunque uno dei tanti misteri di questa remota regione. A  70 gradi di latitudine nord, in gran parte inesplorata e scarsamente pianificato - anche se ora il traffico di navi sta aumentando e il ghiaccio marino recede sempre più in seguito al cambiamento climatico. Questa crescente attività umana a queste fredde latitudini reca nuovi rischi ambientali. E a meno che gli scienziati, i conservatori e i governi non capiscano che l'ecosistema locale va protetto. E' fondamentale scoprire come si vive nel Queen Maud Gulf e come fluiscono le sue acque, non solo per preservare i relitti di Franklin, ma anche per proteggere l'ecosistema dal gran traffico. Ma gli scienziati ancora non sanno perché la vita nel golfo è configurata in questo modo. Lo studiano intensamente solo da un paio di anni.

 "Ci sono molti rischi associati alla presenza delle navi. Primo tra tutti l'inquinamento. C'è anche la paura che le navi che passano possano introdurre specie invasive quando scaricano l'acqua di zavorra, colpendo l'ecologia del golfo", dice Gerald Darnis e Cindy Grant, ricercatori presso l'Universite Laval che studia il golfo a bordo dell'Amundsen, una nave costiera canadese che partecipa con gli scienziati organizzati dal consorzio ArcticNet presso l'Universit Laval di Quebec City per condurre ricerche.

La possibilità più catastrofica sarebbe una fuoriuscita di petrolio, con capacità limitata per una pulizia o una risposta rapida. Le acque sono poco profonde, a volte più o meno 65 piedi (20 metri)  di profondità. È quello che sembra favorire un ecosistema insolito che non ha molti pesci o grandi mammiferi, come le balene e le foche, ma la vita sul fondo marino.

Le acque poco profonde possono contribuire a definire la natura unica del golfo, ma rendono altrettanto rischioso il traffico marittimo se i navigatori non sono attenti.

Eppure, c'è il dubbio che più navi compiano questo il tragitto. Il cosiddetto percorso nordico del Passaggio a nord-ovest, che è di circa 5 gradi di latitudine più lontano verso il Polo Nord, è più probabile che sia pieno di ghiaccio. Il golfo, d'altra parte, può essere più ospitale - c'e' stato poco ghiaccio da vedere mentre l'Amundsen era lì.

"È una delle connessioni importanti", ha detto Gerald Darnis sul golfo. "È uno dei modi principali per attraversarlo da est a ovest". È davvero un posto estremamente remoto, e dall'Amundsen  abbiamo visto  alcune imbarcazioni in transito che avevano bisogno di  aiuto" ha detto  Darnis. "Ma se l'Amundsen era lì era solo per motivi scientifici, altrimenti ci sarebbero voluti giorni per vedere un'altra barca di salvataggio e in pochi giorni, l'impatto potrebbe essere estremo".

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Immagini: www.thestar.com-  www.nwaonline.com

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