L'umiltà di Sarri lo rende forte

Ho sempre avuto una sorta di ammirazione per le persone che riescono nella vita partendo dal basso. Ne ho conosciute diverse negli anni. Rammento quando per motivi di studio o durante il servizio militare, facevo il pendolare sul treno del mattino che da Latina portava a Roma. Negli scompartimenti c'era chi dormiva, chi leggeva il giornale o giocava a carte, bestemmiando o intervenendo con epiteti piuttosto colorati che mi facevano sorridere. Tutta gente semplice, manovali, carpentieri, commessi di grandi negozi, militari di carriera, commercianti che andavano nella capitale a vendere la loro merce... Qualcuno di costoro è diventato poi imprenditore edile o proprietario di un negozio, ma anche studenti universitari che poi si sono sistemati bene in grandi aziende private o nella pubblica amministrazione. Io li guardavo e pensavo a quanto dura fosse la loro vita nel fare avanti e indietro ogni giorno. Magari su quei giornali, per lo più sportivi, leggevano le gesta dei loro eroi calcistici, gente affermata come  potevano essere non sò,Tardelli, Maradona, Platini, Vialli, Mancini... Si Mancini, che da giovanissimo era già bravo e che ha avuto il talento di saper addomesticare bene la pelota rendendolo un ottimo calciatore... 

Anni dopo, avendo un figlio che giocava a pallone, mi ero abituato a frequentare i campi di calcio sia negli allenamenti settimanali che nelle partite di solito domenicali. E in quel periodo scoprii quanta violenza e scurrilità di linguaggio  c'era sugli spalti da parte dei sostenitori dell'una o dell'altra squadra. Più d'una volta mi capitò d'intervenire, quasi venendo alle mani, con genitori che dalla tribuna incitavano i propri figli a rompere le gambe ai loro avversari, gente che bestemmiava normalmente o che diceva parolacce così indecenti che mi facevano arrossire. 

Ebbene, questa esperienza nel mondo del pallone tra i genitori dei calciatori e gli addetti ai lavori mi fa venire in mente quanto accaduto durante la partita Napoli Inter tra Maurizio Sarri e Roberto Mancini. 

Sarri è un signor allenatore non più giovanissimo che ha fatto part time anni e anni di gavetta nelle serie inferiori del mondo calcistico e quindi abituato a vivere ed a usare probabilmente un certo linguaggio in un mondo verace e variopinto dove il mandarsi a fanculo o l'offendere la madre o la moglie per non dire darsi del frocio o del finocchio sono cose usuali. Mancini invece, prima da calciatore poi da allenatore internazionale ha vissuto e vive tutt'ora a pieni voti nel mondo del calcio dorato dove vedi che un allenatore durante la partita va sul campo verde con l'abito firmato, la camicia di seta e le scarpe lucide... Certo non avvezzo a epiteti volgari e colorati che normalmente si sentono nei campi di calcio. Dice un ritornello che s'impara sin da bambini "Chi fa la spia non è figlio di Maria...". Nel frangente del dopo partita al San Paolo, avrebbe fatto meglio a dare un cazzotto sul viso all'allenatore del Napoli pagando il modico prezzo di una squalifica di qualche turno. No, lui ha preferito "smerdare " Sarri in televisione davanti il mondo intero. No, caro campione, mi dispiace molto, ma quel tuo gesto ai miei occhi non ti rende un vero uomo. Almeno Sarri, che ora è nella bufera, più che la squalifica che si beccherà rischia soprattutto di destabilizzare il bel cammino del Napoli in campionato, ha avuto il coraggio e la forza di rendersi umile subito dopo il tuo intervento poco signorile nel dopo partita, mentre il tuo silenzio a riguardo resta davvero assordante.


Immagine: www.ilgiornale.it


Post popolari in questo blog

Il fascino dei tatuaggi maori

Brrrrr, che creatura orribile!

Il tattuagio che non vuoi più